La ricerca scientifica non è un lusso ma la migliore assicurazione sul nostro futuro!
La disponibilità di energia ha caratterizzato lo sviluppo delle civiltà ed il loro declino. Per vari millenni la fonte di energia primaria sono state le biomasse.
Da due secoli sono i combustibili fossili. Il consumo attuale è geograficamente disomogeneo, dei 9 miliardi di tonnellate di petrolio (in Italia 200 milioni) consumati annualmente, circa la metà vanno nei paesi sviluppati che hanno circa il 20% della popolazione mondiale.
Dal punto di vista economico la crescita della domanda da parte di paesi con economie emergenti, come la Cina e l’India, sta determinando un aumento persistente del prezzo del petrolio e le sue conseguenze sull’economia sono visibili, come visibili lo sono sull’ambiente, infatti ogni processo di combustione comporta emissioni di anidride carbonica ( CO2 ), la sua concentrazione nell’atmosfera è aumentata di oltre il 30% dall’inizio del XIX secolo e si prevede che raddoppi prima del 2050. Gli effetti sul clima non sono ancora prevedibili anche se lo scenario più probabile è la tropicalizzazione con forte aumento di eventi estremi.
In sintesi il nostro fabbisogno energetico crea disastri naturali ed economici; diverse sono le soluzioni poste in essere: l’energia nucleare (a fusione e a scissione), il fotovoltaico, l’energia idroelettrica, quella geotermica ed eolica, le biomasse (produzione di alcol etilico e metilico), tutte ottime soluzioni utili per risparmiare, ma non per sostituire i combustibili fossili.
Ma allora, di cosa c’è bisogno? magari ci fosse una fonte illimitata o meglio la più diffusa nell’universo, che generi energia senza rilasciare CO2 o altri inquinanti, sarebbe stupendo.
L’IDROGENO (dal greco ὕδωρ "hydor", acqua; la radice γεν/γον significa generare, quindi generatore d'acqua) infatti la sua combustione non fa altro che generare acqua,
L'idrogeno è l'elemento più abbondante dell'universo; si trova principalmente nelle stelle e nei giganti gassosi. Esso è molto raro nell'atmosfera terrestre (1 ppm) e praticamente inesistente allo stato puro sulla superficie e nel sottosuolo terrestre. Sul pianeta Terra la fonte più comune di questo elemento è l'acqua, la maggior parte della materia organica (tutte le forme di vita conosciute), il carbone, i conbustibili fossili, il gas naturale come il metano.
Il fatto che l'idrogeno sia diffusissimo non implica che produrlo sia altrettanto facile: in pratica, oggi il modo più economico per produrre idrogeno consiste nell'utilizzo (oltre il 95%) di petrolio o di altri combustibili fossili attraverso un processo chimico, oppure può anche essere estratto dall'acqua (3%) attraverso la produzione -con energia elettrica, via elettrolisi, o calore, via termolisi.
Utilizzando combustibili fossili il processo di estrazione produce enormi quantità di anidride carbonica con conseguente peggioramento del bilancio termico terrestre e gas serra. Industrialmente si gassifica il carbone; tutti i processi per produrre idrogeno richiedono grosse quantità di energia: l'idrogeno, quindi, non è un mezzo per produrre energia ma semmai per trasportare e immagazzinare energia.
Utilizzando combustibili fossili il processo di estrazione produce enormi quantità di anidride carbonica con conseguente peggioramento del bilancio termico terrestre e gas serra. Industrialmente si gassifica il carbone; tutti i processi per produrre idrogeno richiedono grosse quantità di energia: l'idrogeno, quindi, non è un mezzo per produrre energia ma semmai per trasportare e immagazzinare energia.
Arrivano le ALGHE. E' in corso uno studio sull'utilizzo delle alghe verdi geneticamente modificate per la produzione di idrogeno. Anastasios Melis, professore della facoltà di biologia alla University of California a Berkeley spiega: 'Le alghe verdi geneticamente modificate hanno mostrato delle ottime potenzialità per la produzione di idrogeno.
Ogm in grado di sfruttare al meglio la luce del sole. Questa modificazione potrebbe aumentare di tre volte la produzione di idrogeno. Le alghe producono naturalmente idrogeno durante il processo fotosintetico ma grazie alla modificazione genetica una coltura intensiva di alghe in appositi «reattori» potrebbe produrre un quantitativo di idrogeno tre volte superiore rispetto a quello attuale.
Secondo Melis, ottimizzando la capacità di fotosintesi delle alghe verdi, si riusciranno ad ottenere fino a 80 Kg di idrogeno per uso commerciale per acro (circa 4.000 metri quadrati) al giorno. In ogni caso, per applicare questo processo alla produzione di idrogeno saranno necessari almeno altri 5 anni.
Ogm in grado di sfruttare al meglio la luce del sole. Questa modificazione potrebbe aumentare di tre volte la produzione di idrogeno. Le alghe producono naturalmente idrogeno durante il processo fotosintetico ma grazie alla modificazione genetica una coltura intensiva di alghe in appositi «reattori» potrebbe produrre un quantitativo di idrogeno tre volte superiore rispetto a quello attuale.
Secondo Melis, ottimizzando la capacità di fotosintesi delle alghe verdi, si riusciranno ad ottenere fino a 80 Kg di idrogeno per uso commerciale per acro (circa 4.000 metri quadrati) al giorno. In ogni caso, per applicare questo processo alla produzione di idrogeno saranno necessari almeno altri 5 anni.
Arrivano i BATTERI. Graig Vender, luminare della genetica (è lui il primo ad aver mappato l’intero genoma umano) si sta dedicando ad una nuova sfida: produrre in laboratorio un batterio OGM mappando il genoma dei batteri, in modo da ottenerne uno in grado da sintetizzare l’idrogeno, rilasciandolo come prodotto di scarto, allo stesso modo in cui oggi si fa per sintetizzare il bioetanolo. C’è da aver fiducia nel suo lavoro, il quale renderebbe le celle a combustibile autosufficienti. L’idrogeno potrà in questo modo rifornire anche le auto, a prezzi notevolmente ridotti, promettendo una potenza decisamente più alta di quella dei motori a scoppio; si stanno già producendo auto dotate di celle a combustibile, i prezzi sono ancora alti, ma persino la Ford è ottimista.
Non mancano le tesi catastrofiste, e se questi batteri o alghe scappassero? ci ritroveremmo in un mondo con poca acqua, o peggio la fine del mondo per la stessa causa. Non ci resta che attendere.
Secondo Jeremy Rifkin, il mondo sta per essere investito da una rivoluzione alimentata dall'ascesa dell'idrogeno e di forme avanzate di comunicazioni. "Le grandi rivoluzioni della storia si sono verificate in seguito a una convergenza di nuovi regimi energetici e di comunicazione", ha ricordato Jeremy Rifkin il 4 ottobre, in un'intervista rilasciata ai giornalisti al Parlamento europeo.
La prima rivoluzione industriale è scaturita dall'impiego di una nuova tecnologia alimentata a carbone e acciaio, ed è coincisa con la nascita della carta stampata, mentre la seconda rivoluzione industriale si è verificata in concomitanza con la scoperta del petrolio e del telefono, ha sostenuto Jeremy Rifkin, autore di 17 pubblicazioni sull'impatto dei cambiamenti scientifici e tecnologici.
secondo me...... no.
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